III Domenica di Avvento

Oggi , nel Vangelo, Giovanni Battista é in carcere e dubita che Gesù sia il Messia tanto atteso. Giovanni aspetta un Dio vendicativo, che punisce con il fuoco divorante. Gesù, invece, propone un perdono incondizionato, rimette le colpe, non minaccia né attua vendetta, dice che quel fuoco lo vuole accendere, ma come fuoco d’amore. Dio ci spiazza sempre, é sempre radicalmente diverso da come ce lo immaginiamo. Ma il dubbio non riesce a spegnere la passione del profeta per il Messia: Giovanni chiede “devo attendere un altro?”. Il profeta non si vergogna dei suoi dubbi, la sua é una ricerca infinita, come il desiderio di amare: poi, guarda con gli occhi di Gesù e vede la presenza del Signore nel mondo. 

Giovanni il Battista é uomo del deserto, uomo della preghiera, uomo della testimonianza.
Giovanni é il testimone della luce, é la voce di Gesù.
Giovanni ha acceso la luce nel cuore di molti uomini e donne.
Giovanni é un regalo di Dio per ogni uomo che é alla ricerca del Signore.
Giovanni é stato capace di farsi piccolo ,per fare spazio a Gesù.
Giovanni ha aperto la porta del cuore e il Signore Gesù é entrato.

Gesù, per nascere, ha dovuto trovare un riparo di fortuna perché:

“I suoi non l’hanno accolto”; nonostante Maria fosse prossima al parto , nessuno ha dato loro ospitalità .”

Il bue e l’asinello rappresentano coloro che poi, hanno accolto il Bambino Gesù: l’Oriente e l’Occidente. Il bue rappresenta la dolcezza, la pazienza, la riflessione ed é simbolo dell’ Est; l’asinello rappresenta la laboriosità, la tenacia ed é simbolo dell’Ovest del Mondo.
Essi rappresentano il popolo nuovo che nasce ai piedi della Grotta di Betlemme.
Noi, come il Battista, siamo come il bue e l’asinello, che con fermezza e tenerezza, ci presentiamo nel Mondo, come amici di Gesù e consoliamo con parole dolci e gesti accoglienti chi ci é vicino.

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